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PALAZZO RE ENZO

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Palazzo Re Enzo, edificato tra il 1244 ed il 1246 come ampliamento degli edifici comunali, è da sempre luogo di massima rappresentanza cittadina e cuore delle attività economiche e sociali della città di Bologna. Dopo soli tre anni dalla sua costruzione, divenne la dimora coatta di Re Enzo di Sardegna, figlio di Federico II di Svevia, in quanto fu fatto prigioniero durante la Battaglia di Fossalta (Modena) che vide le truppe bolognesi vincere sulle truppe imperiali.

Re Enzo fu tenuto nel Castello di Anzola per alcuni giorni prima di essere trasferito a Bologna, dove rimase per ben ventitré anni (dall’agosto del 1249 al 14 marzo 1272).

 

Il palazzo dispone di una torre campanaria, chiamata Torre dell’Arengo, usata per chiamare a raccolta i cittadini. I quattro pilastri e le altrettante colonne che la sorreggono danno forma al Voltone del Podestà.

Nel 1905 subì un profondo restauro ad opera di Alfonso Rubbiano, che ne ripristina l’aspetto gotico.

 

Oggi, Palazzo Re Enzo coniuga il fascino del passato con la tecnologia più avanzata, ospitando numerosi congressi, conventions, meeting aziendali, mostre ed esposizioni.

 

Con i suoi 2197 mq di spazio complessivo, la struttura si divide in tre piani:

  • il piano terra, con ben 250 mq di cortile, accoglie un antico pozzo in arenaria e un ingresso per la Cappella di Santa Maria dei Carcerati, adibita al conforto spirituale dei condannati a morte. Qui sono custodite macchine da guerra e il Carroccio

  • al primo piano (o piano nobile) si tenevano le sedute popolari. Il Salone del Podestà, un tempo aula di giustizia, è stata teatro pubblico dal 1581 al 1767 per poi diventare un campo di gioco da pallone. La Sala dei Trecento (ora Sala degli Atti) è stata realizzata da Antonio di Vincenzo nel 1386 e copre 430 mq, ora è adibita ad archivio comunale. Il piano dispone anche di una loggia esterna di 400 mq, con vista su Piazza Nettuno, divisa in due spazi (uno al chiuso e uno a cielo aperto).

  • il secondo piano è costituito da due ambienti: Sala Re Enzo e Sala del Quadrante. La prima prende il nome dal figlio di Federico di Svevia II, come il palazzo stesso, e accoglie uno spazio di ben 400mq; il nome della seconda è dovuto all’antico quadrante di orologio affrescato sul soffitto.

 

Vi sono anche numerose leggende legate al palazzo. Tra queste, si racconta di un riscatto che il padre di Enzo avrebbe pagato ai bolognesi: la somma sarebbe stata così alta che con essa si sarebbe potuta erigere l’intera cerchia muraria di Bologna, ma il popolo rifiutò. Un’altra sostiene che il capostipite della casata dei Bentivoglio fosse il figlio nato dall’amore tra Enzo e una contadina (il nome del bambino sarebbe la diretta fusione delle parole “bene ti voglio” che il re ripeteva alla sua amata).

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