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LA LEGGENDA DI AZZURRINA

 

Questa storia si svolge nel 1375 nel castello di Montebello, l’ultimo luogo in cui Guendalina, la figlia del mio signore fu vista viva, e il luogo dove iniziarono tutte le mie sfortune. Ugolinuccio Malatesta, padrone di queste terre era uscito in battaglia e aveva affidato la sua preziosa figliola a me e un’altra guardia, mentre gli altri facevano la guardia al castello. Non ero molto felice di questo compito. La bambina era nata con la pelle chiarissima, i capelli bianchi e gli occhi azzurri quasi trasparenti, tutti tratti che potevano indicare la presenza di stregoneria. Molte delle guardie parlavano della bambina tra di loro, eravamo tutti spaventati e conviti che ci avrebbe portato solo guai, anche se nessuno osava accusarla apertamente. Ugolinuccio aveva cercato di nascondere la sua natura sovrannaturale tingendole i capelli, che però perdevano subito il loro colore e rimaneva un colorito sbiadito che le rendeva la chioma azzurra. Per questo ormai ci eravamo tutti messi a chiamarla Azzurrina. Quando avevo ricevuto l’incarico di tenerla d’occhio ero piuttosto inquietato, ma dopo aver passato del tempo con lei mi sono reso conto che non era altro che una dolce bambina che sembrava essere l’essere più innocente al mondo. Il mio compagno, Ruggero, di certo con la pensava così, la chiamava “un demonio vestito da angelo”. Tutto andava bene finché un giorno avvenne la tragedia. Un giorno di pioggia, non potendo uscire, stavamo guardando Azzurrina giocare per i corridoi del castello. Inseguiva una palla di stracci che le avevo procurato. La faceva rotolare e le correva dietro, giù per i corridoi, giù per le scale. Rideva e sembrava felice. A un certo punto però la palla le sfuggì di mano, cadendo nella ghiacciaia. La bambina ci chiese se potesse andare a prenderla e noi acconsentimmo. Saremmo comunque rimasti a vigilare dal piano superiore. Accadde tutto molto in fretta. Azzurrina scomparve dalla nostra vista e un attimo dopo udimmo un urlo che ci fece raggelare il sangue nelle vene. Il mio Ruggero mi disse di rimanere al piano di sopra per assicurarsi che nessuno uscisse e poi si precipitò anche lui giù per la scalinata. Non sentivo più nulla, solamente i passi di Ruggero che si inoltrava sempre di più nei sotterranei. Quando egli tornò, mi disse che della bambina non c’era traccia. Cercammo disperatamente per tutto il castello ma di Azzurrina non era rimasta traccia. Con il terrore nel cuore, andammo da Ugolinuccio a raccontargli della terribile tragedia, e come previsto non ci credette, e dopo un indagine ci condannò a morte. Ora sto attendendo di passare all’altro mondo, tra poco sarà la mia ora. Ho paura e soprattutto non scoprirò mai cosa sia realmente successo a quella bambina.  

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